IL  SENSO  DELLE  PROPRIE  RADICI

 

              Da tempo ed in diverse occasioni ho sentito l’importanza, per ciascuno di noi, di conoscere qualcosa sulla storia delle diverse famiglie da cui discendiamo; per questo vado raccogliendo notizie, fotografie e documenti riguardanti i miei antenati e cerco di conservarli per tramandarli. Secondo me è una ricerca utile, che mi aiuta nello sforzo di posizionarmi nell’immensità di persone in cui ci troviamo a vivere giorno per giorno, decennio dopo decennio.

         E’ vero che ci costruiamo una nostra personale identità basata sulle conoscenze fatte nella cerchia della famiglia e dei parenti, dell’asilo, delle scuole, degli sport, dei divertimenti, del lavoro, ma è anche vero che ad un certo punto della vita viene spontanea la domanda: come mai ho determinate caratteristiche fisiche, intellettuali, caratteriali, morali, come mai ne hanno determinate altre i miei figli, e come potranno questi a loro volta soddisfare il desiderio di conoscere qualcosa dei propri antenati?

Mi sembra tra l’altro che da qualche decennio vi sia una ancor maggiore attenzione da parte di molte famiglie a raccogliere notizie sulle proprie origini; e allora, io dico, chi ha la fortuna di poter descrivere e documentare le vicende di famiglia almeno degli ultimi cento o duecento anni si affretti a farlo, cerchi di mettere in ordine le genealogie e le parentele, metta per scritto i nomi delle persone e dei luoghi, le date delle nascite, dei matrimoni, delle morti, raccolga le migliori fotografie e le sistemi in modo ordinato negli album, con sufficienti descrizioni, provi anche a scrivere i propri ricordi di persone e di fatti di famiglia. Se solo inizierete a farlo, vi accorgerete gradualmente che nella vostra mente stanno sepolte enormi quantità di informazioni, che rimangono solo nascoste fino a quando iniziate a richiamarne qualcuna; allora faranno a gara ad uscire allo scoperto e vi solleciteranno ad essere ravvivate, ricostruite, riordinate, raccontate, per rimanere fissate anche per altri che le leggeranno.

      Non lasciatevi spaventare dai primi fogli bianchi e vuoti, potrete iniziare con qualche scarabocchio, gettare le prime pagine piene di tentativi interrotti, di correzioni, cancellature, frasi insignificanti con ricordi scoordinati; vedrete che poi prenderete confidenza con le parole, scoprirete di essere molto più capaci di ricordare e di descrivere di quanto non abbiate mai immaginato di saper fare.

      Il procedere della ricerca sulle vicende delle famiglie dei vostri due genitori, dei quattro nonni, degli otto bisnonni vi procurerà un intimo piacere, vi sembrerà di riempire dei vuoti della vostra esistenza, vi sentirete meno soli nel cammino della vita, perché diverrete coscienti di essere un anello di una catena che viene da lontano e che prosegue, non vi sentirete più solo un elemento staccato che fluttua per caso nel mondo e nella società; sentirete una continuità di signi-ficato di vita sia per voi stessi che per i vostri figli e nipoti.  Del resto, ripensiamo ai riti ed al culto per i morti nelle epoche passate: si desiderava sia che la persona morta potesse trovare la pace nell’aldilà sia anche che essa continuasse a svolgere un’azione di custodia e di protezione nei confronti della propria casa e della propria famiglia. Per questo venivano conservati gli oggetti che le erano appartenuti, venivano dedicati luoghi e templi al suo ricordo, ne veniva tenuta viva la memoria, quasi per poter continuare a sentirla presente.

 Inutile aggiungere che questo aspetto della realtà umana, con il lato di mistero che le è proprio, è forse stato uno degli elementi importanti che hanno fatto maturare negli esseri umani i primi accenni di senso religioso, facendo immaginare un altro mondo dove valgono altre autorità ed altri criteri di valutazione, ma in qualche modo pur sempre con noi in relazione.

Strettamente collegata a quanto sopra mi pare l’opportunità di mantenere un buon livello di contatti e di rapporti con i propri parenti, con i famigliari in senso più stretto ma anche con gli zii, i cugini, i nipoti, i nonni. Considero un elemento particolarmente positivo l’esistenza, in certe famiglie, di case o località possedute o comunque frequentate per molto tempo in passato e che quindi continuano ad evocare ricordi comuni e mantengono un particolare significato emotivo: importanti eventi famigliari, la vita di qualche zio o nonno, sprazzi della propria gioventù, giornate di giochi o di tristezza, esperienze di relazioni con altre persone, oggetti di famiglia. Nella nostra famiglia ricordo ovviamente il significato della vecchia casa di Carlazzo, dove si svolse per alcuni secoli la vita dei miei antenati Bonardi; più recente è l’acquisizione della casa di Alice, a cui però sono già legati ricordi di tante giornate trascorse con figli e nipoti e con amici cari.

Al di là del mio tentativo di descrizione, c’è un insieme di sentimenti e di emozioni che ci appartengono e che completano, direi migliorano, il significato della nostra esistenza in un determinato contesto di tempo, di persone, di località e di esperienze.

 

 

  Franco

 

Aggiornato Agosto 2016

 

 

A questo punto vi faccio conoscere     I  NOSTRI  NONNI

 

 … e poi altre foto, avvenimenti ed opinioni ….